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LA RIFORMA DEL SISTEMA PENSIONISTICO: LAVORATORI PRECOCI E LAVORATORI ESODATI

LA RIFORMA DEL SISTEMA PENSIONISTICO: LAVORATORI PRECOCI E LAVORATORI ESODATI

                  MILANO, 4 APRILE 2012

Spett. clientela,

          di seguito, riassumo brevemente alcune novità collegate alla riforma del sistema pensionistico, entrata in vigore dal 1 gennaio 2012.

Mi preme fare alcune precisazioni a seguito della definitiva approvazione della Legge 14 del 24 febbraio 2012 che ha convertito in legge il c.d. Decreto Milleproroghe.

Riepilogo di seguito le principali novità.

 

1)     NORME A FAVORE DEI LAVORATORI PRECOCI: Sono coloro che hanno cominciato a lavorare molto presto (fra i 14 e i 20 anni). Per questa categoria di lavoratori, il decreto mille proroghe ha stabilito che la penalizzazione prevista quando il lavoratore accede alla pensione anticipata ad un’età inferiore ai 62 anni (penalizzazione di misura variabile, a seconda dell’età anagrafica rapportata all’età minima prevista dalla legge per il pensionamento) non scatta limitatamente ai soggetti che maturano il predetto requisito contributivo entro il 31 dicembre 2017. Viene quindi congelata la penalizzazione per tutti i lavoratori precoci che accedono al pensionamento anticipato entro il 31 dicembre 2017. L’unica condizione richiesta è che il maturato contributivo derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro (sono inclusi i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e Cassa Integrazione Guadagni ma sono esclusi gli eventuali riscatti di laurea).

2)     NORME A FAVORE DEI LAVORATORI ESODATI: Per lavoratori esodati si intendono quei lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro prima del 31 dicembre 2011 per effetto di accordi individuali di conciliazione (ex artt. 410, 411 e 412 ter c.p.c.) oppure in applicazione di accordi collettivi che prevedono un incentivo all’esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale.  Il problema di questi lavoratori è che hanno accettato di essere espulsi dal mercato del lavoro e per il tramite di ammortizzatori sociali, pensavano di venire traghettati direttamente alla pensione di anzianità. Ma nel frattempo, la norma è variata e si trovano nella gravissima condizione di non poter percepire la pensione se non al raggiungimento dei nuovi limiti di età previsti dalla riforma Monti. Dal momento che non è ipotizzabile un loro reinserimento in azienda, esauriti gli ammortizzatori sociali ora vigenti, si troverebbero senza alcun sostegno al reddito e senza avere maturato i requisiti per accedere al pensionamento.

Il Decreto Milleproroghe prevede che un Decreto Interministeriale, da emanarsi entro il 30 giugno 2012, determini il limite numerico massimo dei soggetti beneficiari in quanto “esodati”, ma nei limiti delle risorse finanziarie già stabilite. Per chi non dovesse rientrare in questo limite numerico, il Decreto mille proroghe ha previsto una clausola di salvaguardia: le ulteriore domande potranno essere prese in considerazione dagli Enti previdenziali solo a condizione che, con decreto interministeriale, venga stabilito un incremento delle aliquote contributive non pensionistiche a carico di tutti i datori di lavoro del settore privato.

Trovo insensato aumentare continuamente gli oneri a carico delle imprese; che taglino le spese, gli sprechi e i furti; di certo in questo modo non si favoriscono né la crescita, né il rigore, né tanto meno l’equità.

 

Cordialità e Buona Pasqua a tutti.

 DOTT. MONICA MELANI                                                            

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